La Teoria Polivagale
- athenarestauro
- 8 set
- Tempo di lettura: 4 min
Una chiave per comprendere stress, traumi e benessere

Negli ultimi anni, la teoria polivagale elaborata dal neuroscienziato Stephen Porges ha trasformato il nostro modo di comprendere le risposte del corpo e della mente agli stimoli della vita quotidiana e agli eventi traumatici. Si tratta di una prospettiva innovativa che ci aiuta a leggere i nostri stati interiori non solo come reazioni psicologiche, ma come una vera e propria chiave neurofisiologica che spiega perché, di fronte alle sfide della vita, reagiamo in certi modi e non in altri.
Questa teoria ci mostra che il nostro sistema nervoso autonomo non è un semplice meccanismo “on/off”, ma un sistema complesso, capace di valutare continuamente la sicurezza o la minaccia intorno a noi, e di reagire di conseguenza.
Il sistema nervoso autonomo: non solo simpatico e parasimpatico
Tradizionalmente, il sistema nervoso autonomo veniva descritto come un equilibrio tra due branche:
· il simpatico, che prepara all’azione (attacco o fuga),
· il parasimpatico, che favorisce riposo e digestione.
Porges ha introdotto una visione più complessa, mostrando che il parasimpatico non è un blocco unico ma comprende due vie differenti del nervo vago:
1. Vago ventrale (più recente evolutivamente) → favorisce connessione, calma, apertura sociale.
2. Vago dorsale (più antico) → in situazioni di pericolo estremo può provocare immobilità, congelamento, collasso.
Questa articolazione spiega perché la nostra risposta allo stress non si riduce a “attacco o fuga”, ma può comprendere anche stati di blocco, dissociazione e chiusura.
Neurocezione: il radar invisibile del corpo
Il nostro corpo possiede un sofisticato “radar di sicurezza” che funziona al di sotto della coscienza, processo che Porges chiama neurocezione.
Ogni volta che incontriamo una situazione, il sistema nervoso valuta in modo rapidissimo se essa è sicura o minacciosa. Questa valutazione non passa dalla mente razionale, ma da segnali corporei sottili: tono della voce, espressioni del volto, postura, ritmo del respiro, persino frequenze sonore. È un processo che guida le nostre reazioni prima che la mente “razionale” intervenga.
In base a come interpretiamo questi segnali, si attivano tre possibili circuiti fisiologici.
Il semaforo della teoria polivagale
Porges utilizza l’immagine di un semaforo per spiegare i diversi stati del sistema nervoso autonomo e identifica tre canali neurali, che agiscono in modo gerarchico e sequenziale:
🟢 Via verde – Nervo Vago ventrale / Social Engagement
Innerva principalmente gli organi sopra-diaframmatici e i muscoli del volto e favorisce il contatto sociale tramite il “Social Engagement System” (SES), che consente di co-regolare lo stato emotivo attraverso comunicazione non verbale e interazione.
Il nervo vago ventrale si attiva quando lo stimolo è percepito come sicuro. In questo stato ci sentiamo calmi, aperti alla relazione, capaci di guardare negli occhi gli altri, comunicare e connetterci. È la condizione che favorisce apprendimento, empatia e creatività.
🟡 Via gialla – Sistema simpatico /Attacco o fuga
Se la neurocezione segnala pericolo, si attiva il sistema simpatico. Il cuore accelera, il respiro diventa rapido, i muscoli si tendono. Il corpo si prepara a reagire: prima cercando la fuga, poi, se non è possibile, con l’attacco. È un sistema antico, utile alla sopravvivenza, ma che in condizioni croniche porta a stress, ansia e iperattivazione.
🔴 Via rossa – Nervo Vago dorsale / Collasso
Quando la minaccia è percepita come insormontabile, il sistema ricorre alla risposta più primitiva: quella del nervo vago dorsale. Il corpo “spenge i motori”: immobilità, dissociazione, sensazione di vuoto o svenimento. Questa risposta rappresenta una strategia di difesa estrema, una sorta di “finta morte” che serve alla sopravvivenza in situazioni estreme.

La neurocezione soggettiva del trauma è determinata dalla storia personale e relazionale, la nostra fisiologia conserva “memorie corporee” di eventi traumatici che influenzano il modo in cui interpretiamo e rispondiamo agli stimoli nuovi.
L'osservazione clinica attenta dei segnali neurofisiologici può quindi fornire indicazioni preziose per identificare lo stile di risposta allo stress e orientare interventi che mirano a ristabilire un equilibrio tra questi sistemi nervosi autonomi, favorendo la co-regolazione attraverso tecniche corporee, psicoterapiche e di medicina integrata.
Co-regolazione: il potere della relazione
Uno dei punti più affascinanti della teoria polivagale è il concetto di co-regolazione: attraverso la connessione sociale e la comunicazione non verbale, è possibile modulare e regolare il proprio stato neurofisiologico con il supporto dell’altro. Il nostro sistema nervoso quindi, non lavora da solo, ma risuona con quello degli altri. Un tono di voce rassicurante, un abbraccio, un contatto visivo autentico possono aiutare il nostro sistema a ritornare dalla paura alla sicurezza.
Conclusione
La Teoria Polivagale ci invita a riconoscere che il nostro sistema nervoso autonomo è il fondamento biologico che guida come “siamo” nel mondo, più di che cosa o chi siamo. Dalla neurocezione alla co-regolazione, questo modello apre nuove prospettive per la comprensione e il trattamento delle condizioni da trauma e stress cronico.
Costituisce una mappa preziosa per comprendere le nostre reazioni allo stress, ai traumi e alla vita quotidiana. Ci ricorda che la salute non è solo assenza di malattia, ma capacità di tornare a uno stato di sicurezza e connessione.
Coltivare questa consapevolezza significa costruire benessere e resilienza, passo dopo passo, a partire dal corpo. Imparare a leggere i segnali del nostro sistema nervoso, riconoscere quando siamo in stato di “verde”, “giallo” o “rosso” e sviluppare strumenti per ritrovare il contatto con noi stessi e con gli altri, è una delle chiavi per vivere meglio e più a lungo.
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